Ciao, Settebello! L’ETR 300 ieri, oggi e domani…chissà” di Gianfranco Blasi

(Ha collaborato Bruno Blasi)

 


 

Nelle ferrovie italiane l’idea di un nuovo treno veloce, lussuoso ed innovativo nacque già alla fine della 2^ guerra mondiale. Dopo la ricostruzione delle ferite gravissime conseguenti al conflitto, le principali linee nazionali tornarono alle condizioni del 1939, ma l’esigenza nuova che si venne a creare fu quella dell’aggiornamento dell’offerta di un servizio veloce e di classe superiore soddisfatta già dal 1936 con gli ETR 200. Prendendo qualche spunto “architettonico” da certi treni statunitensi e poi anche dai più lussuosi treni europei, nacque un progetto completamente nuovo firmato da Giò Ponti, da Minoletti ed altri architetti e designers di grido dell’epoca, che comprendeva per l’arredamento interno, pareti vetrate, finestrini più panoramici, salotti con poltrone mobili, sala ristorante ed ampio bar, servizio bagagli registrati, sagome aeronavali; per la prima volta in Italia le 2 cabine di guida vennero progettate sopraelevate (di aspetto americano) per lasciare sui frontali degli innovativi salotti belvedere. Un disegno schematico d’anteprima apparve sull’enciclopedia Treccani nell’aggiornamento apparso nel 1948.

 

 

Click per ingrandire

ETR 303 in prova a Seregno nel 1959 (Foto Breda), Archivio Gf. Blasi

 

 

Nella fase di progettazione definitiva si scelsero i migliori arredi (tendaggi e velluti per le tappezzerie), si pensò di nascondere dietro dei pannelli decorativi le bagagliere dei singoli scompartimenti (ideati peraltro “doppi” cioè da 4,15 m circa), l’impianto di condizionamento dell’aria, gia montato con successo su tutti gli elettrotreni d’anteguerra, venne ulteriormente potenziato e razionalizzato, evitando le particolari ma antiestetiche “gobbe” degli impianti Stone installati su alcuni ETR 200, venne previsto un impianto di servizio radio-telefonico e per gli annunci sonori e musicali, l’illuminazione degli ambienti fu concepita con lampade fluorescenti.

Il nuovo elettrotreno, dunque, si inseriva in un contesto dove, dall’aspetto delle auto a quello dei frigoriferi ai cinema (come l’Airone di Roma), tutto veniva disegnato con forme tondeggianti; si pensi al famoso Maggiolino prodotto dalla Volkswagen e alla “nostra” Fiat 500 C diretta erede della “Topolino”. La parte meccanica ed elettrica, invece, era fondamentalmente italiana, con carrelli di lungo passo e con l’adozione di carrelli “Jacobs”.

 

 

 

Click per ingrandire

Interno cabina di guida in origine (Foto Breda) –archivio Gf. Blasi

 

 

Click per ingrandire

Uno dei due salotti belvedere anteriori (foto B. Blasi)

 

Il successo fra i viaggiatori dei primi ETR 301 e 302, costruiti dalla Breda di Sesto San Giovanni nel 1952/53 ed entrati in servizio ufficialmente nell’aprile 1953, fu grandissimo, anche se il soprannome “Il Settebello” arrivò in seguito, accompagnato dal particolare logo e dalla scritta ufficiale sulle fiancate. Meno entusiasti si dichiararono i macchinisti, a cui erano poco simpatiche le cabine di guida con una ridotta visibilità in basso, e gli addetti ai bagagli, nonché i camerieri i quali dovevano soddisfare ogni richiesta e bizza di viaggiatori generalmente ricchi, famosi ed altolocati.

Di schietta tradizione italiana erano l’interperno fra i carrelli (20 m come nelle ALe 790 e nelle ALe 840) ed il passo dei carrelli N1000 (3 m), nonché l’altezza del pavimento dal piano del ferro posto a 1,44 m, la sagoma aerodinamica bombata, i frontali arrotondati, i passaruota sporgenti (le cosiddette “guance”, si confronti il muso della ALn 556 Breda e le fiancate delle automotrici Fiat) ed altri dettagli. Tra le novità più importanti ricordiamo le lunghe vetrate dei compartimenti; i WC distinti per uomini e per donne completi di anticamera; le porte automatiche elettriche fra ristorante e cucina; la stessa grande cucina elettrica in acciaio inox; i locali vari per il personale con la doccia; gli scalini elevabili durante il viaggio per eliminare i pozzetti nei vestiboli (giudicati pericolosi al transito); gli artistici armadietti porta oggetti/cappelli a manovra assistita nei compartimenti; gli impianti di sonorizzazione e radio/telefono e impianto citofonico; una bottega–edicola–tabacchi; i piccoli tavolinetti monogamba nei compartimenti con pattumiera inglobata nello stelo; i pannelli decorativi nei belvedere, nei compartimenti e nel bar–ristorante a cura dei maggiori pittori italiani dell’epoca (Ricas, Santambrogio, Ciuti, lo stesso Giò Ponti e la Tomasini).

Fino ad allora il massimo dell’abbellimento estetico degli interni di veicoli ferroviari erano stati i quadretti con le foto di città italiane tratti dalle fotografie storiche dei F.lli Alinari nei compartimenti delle carrozze.

 Dopo qualche anno, nel febbraio 1959, anche e soprattutto per evitare il solito fermo invernale dei 2 treni per la manutenzione ciclica, uscì il terzo elettrotreno, l’ETR 303, il quale presentava una disposizione interna leggermente diversa: il grande bagagliaio, dimostratosi esuberante, venne ridotto, recuperando 3 compartimenti doppi da 10 posti ciascuno e portando così i posti totali normali da 160 a 190; fermi restando gli 11+11 posti nei 2 salottini belvedere non prenotabili; la sala ristorante venne ampliata di un modulo (i posti salirono da 48 a 56) a spese del bar; fu eliminata la bottega–edicola; queste modifiche insieme con altre minori vennero poi trasferite sui primi 2 elettrotreni, compresa la soppressione del 3° pantografo e delle porticine laterali di accesso alle cabine di guida.

I tre “superelettrotreni” svolsero egregiamente il servizio di lusso per i quali erano stati ideati: erano inseriti nei Caroselli TV, ospitavano sfilate di moda e servizi fotografici con attrici famose; a bordo, a disposizione dei viaggiatori, c’era persino il parrucchiere; apparivano spesso nelle pubblicità ufficiali per FS e su riviste e giornali, ed erano dunque i treni più belli, veloci e famosi delle FS, a buon diritto il loro classico fiore all’occhiello.

 

 

 

 

Click per ingrandire

Un particolare di un compartimento (foto Gf. Blasi)

 

 

 

Click per ingrandire

ETR 300 allo stato d’origine nel 1953  (Foto FS) - archivio Gf. Blasi

 

Io che scrivo avevo sentito parlare del Settebello per la prima volta da mio nonno Francesco (che fu ferroviere per alcuni anni, a cavallo della Prima Guerra Mondiale!) ed avevo visto alcune fotografie sul mio primo libro di treni, il celeberrimo “Tutti i segreti dei treni” dell’Ing. Ivo Angelini, ma la prima volta in cui vidi dal vero l’ETR 300 fu solo nel 1967, casualmente, alla stazione di Roma Termini sul binario 1. E fu subito ammirazione e immaginazione. Spesso tornavo di domenica a vederne la partenza e gironzolavo intorno al convoglio per scoprirne i segreti, cercando di sbirciarne gli interni, e godendo dei rumori e degli odori (ricordo ancora i profumi del pranzo già in preparazione che provenivano dalla cucina...) e dei colori grigio chiaro e verde magnolia delle fiancate, colori innovativi dopo decenni di marrone bi-tono. A quel tempo ancora non fotografavo, ma una volta nel 1973 io e mio fratello Bruno convincemmo nostro padre Alberto a fare una ripresa della partenza di un ETR 300 alle 10,44, con la sua vecchia cinepresa Kodak a 8 mm.

Chi frequentava la stazione di Roma Termini non può non ricordare alla radice del marciapiede del binario 1, vicino al pilone della pensilina, il cavalletto con il manifesto pubblicitario dell’Elettrotreno Roma – Milano “Il Settebello” – 1^ classe + 45 % circa”- che veniva sistemato per accogliere i viaggiatori in partenza.

Sulle fiancate delle varie vetture, a quel tempo, un riquadro indicava i compartimenti doppi, ad es. la 1^carrozza aveva i compartimenti A–B–C–D, ognuno da 10 posti per un totale di 40, la 2^ carrozza aveva i compartimenti E–F–G–H, ecc. Nel 1970 vi furono aggiornamenti nei carrelli e nei motori, negli arredi (comparvero i poggiatesta a tutte le poltrone) e furono applicate le tecnologie di sicurezza attiva e passiva per velocità di 180-200 km/h. come la ripetizione segnali, il controllo della velocità, la frenatura elettrica, i vetri frontali rinforzati, il faro centrale alto, modifica alla sagoma dei faretti, originariamente inclinati (esattamente ciò che accadde al Maggiolino VW, per riprendere il parallelismo prima accennato!), ed il telefono terra-treno (funzionante attraverso il filo di contatto) anche per viaggiatori, hostess in livrea creata appositamente; inoltre fu abbandonata la numerazione a lettere per i compartimenti.

Una particolarità dei belvedere erano le tende a mezza altezza, ma solo l’ETR 301 aveva mantenuto le tende, che io ritengo originali, cioè quelle a bande alternate bianche e verdi a strisce “fine”, mentre il 302 aveva quelle a strisce “larghe” e il solo 303 aveva quelle a tinta unica come quelle in dotazione agli ETR 250 “Arlecchino”.

Talvolta, in caso di incidenti sulla Roma–Firenze (la linea storica “lenta” giacchè la Direttissima ancora non esisteva) o per maltempo o lavori, il servizio veniva deviato via Pisa ed era così possibile vederli in stazioni insolite lungo la ferrovia Tirrenica settentrionale. Ad esempio a seguito dell’incendio della cabina ACE di Piacenza avvenuta nella notte tra il 9 ed il 10 febbraio del 1974, e che ebbe ripercussioni sui collegamenti per almeno un paio di mesi, gli elettrotreni “Il Settebello”, e talvolta anche la “Freccia del Vesuvio” (ETR 220 e 250) passarono quasi sempre sulla linea Tirrenica.

 

 

 

 

Click per ingrandire

Una poltrona mobile di un compartimento (foto Gf. Blasi)

 

 

 

 

 

 

 

 

Click per ingrandire

ETR 302 a Roma S.L. anni ’80 (foto Gf. Blasi)

 

 

 

 

Click per ingrandire

Un’immagine dell’accantonamento a Bassano in Teverina fine anni ’80 (foto Gf. Blasi)

 

Nel 1984 però l’obsolescenza (erano in servizio nuove elettromotrici e le carrozze Fiat per i treni TEE e le “Gran Confort”), la scarsezza di posti (complessivamente 190), e le porte a battente invece che scorrevoli, decretarono la fine del servizio di punta fra Roma e Milano, sostituiti dai TEE “Vesuvio”, “Ambrosiano” e “Colosseum”. Dopo pochi anni di servizi sulla Roma–Rimini i nostri trovarono una relativa tranquillità sulla linea Roma–Genova dove effettuavano il “Genova Sprint” e che prevedeva l’utilizzazione di un solo convoglio che, in giornata, effettuava un,andata ed un ritorno, mentre gli altri convogli rimanevano a disposizione. Una sera, negli anni ’80, vidi (senza avere la macchina fotografica al seguito… uno scoop mancato!) il “Genova Sprint” Roma–Genova effettuato con una locomotiva gr. E444 che trainava un Settebello (con la trazione fuori uso)! Purtroppo, poco dopo i nostri cari ETR 300, pieni del temutissimo amianto, furono accantonati; li vedevo ancora abbastanza integri in stazioncine dell’Umbria e dell’alto Lazio (Allerona, Bassano ed Attigliano) e ultimamente a Roma Smistamento, ormai vittime della ruggine, dei ladri e dei vandali.

Se solo si pensa al periodo di costruzione (il 1952), si potevano considerare i fratelli terrestri dei transatlantici “Andrea Doria”, “Cristoforo Colombo” e “Leonardo da Vinci”. Sarà forse questione di soldi oltre che di cultura ferroviaria e di sensibilità, ma in Giappone all’ingresso del Museo ferroviario di Tokyo un c’è un elemento dello Shinkansen del 1964 (primo treno ad alta velocità del mondo), mentre in USA, dicono, si ricostruiscono da zero locomotive a vapore su progetti originali...

 

 

Click per ingrandire

ETR 302R in livrea “Treni del Sole” anni ’90 (foto Gf. Blasi)

 

Si rivelò purtroppo infondata una voce di riutilizzo di un elemento (due casse di estremità con belvedere) come “pezzo d’ingresso” al museo ferroviario di Pietrarsa.

La speranza di un recupero del solo ETR 302 per viaggi speciali turistico/vacanzieri o per film ambientati nel passato, venne drasticamente vanificata dalla “stupida” trasformazione del 1991, con inestetico stravolgimento della linea dei finestrini (che adesso è più bassa!) e con interni banali di 1^ e 2^ classe in stile Gran Confort, senza un ristorante–bar decente, con belvedere senza tende e con poltroncine dotate di poggiatesta (tipo autobus turistico) e senza la proverbiale visibilità frontale di origine e l’atmosfera di “salotto”. Uno dei pochi pregi dell’ETR 302R è quella di avere gli interni facilmente trasformabili sia per servizio (disposizione delle poltrone), sia per esposizioni pubblicitarie dei tipi più vari e stravaganti: molti ricordano i viaggi estivi dei “Treni del Sole” e la tournèe pubblicitaria della ditta Ideal Standard caratterizzata da interni spesso scioccanti. Ma per questo tipo di cose non poteva andar bene anche un altro treno meno “particolare” e storico? Ma ormai…

Le speranze di appassionati di treni d’epoca e dell’architettura italiana dei trasporti sono riposte ora nell’unico ETR 250 “L’Arlecchino” rimasto intero ed efficiente dei 4 costruiti nel 1960, e dall’aspetto ancora abbastanza originario.

I milanesi e tutti i visitatori della mostra sul design italiano anni ’50 hanno potuto constatare che per la mancanza di un ETR 300 originale è stato necessario addobbare a mo’ di “Settebello” un elemento d’estremità dell’Arlecchino!

 

 

 

Click per ingrandire

Elettrotreno ETR 250 Arlecchino, (foto Gf. Blasi)

 

Gianfranco Blasi

 


Tabella riassuntiva caratteristiche tecniche gr. ETR 300 “Il Settebello”

 

ETR 301-302 ('53)

ETR 301-302-303 ('59-)

ETR 301/303 ('70-)

ETR 302R  ('91-)

LUNGHEZZA

165,50 m

165,50 m

165,50 m

165,50 m

INTERPERNI

20,00 m X 7

20,00 m X 7

20,00 m X 7

20,00 m X 7

PANTOGRAFI

42LR   X    3

42LR     X     2

52FS    X     2

52FS    X     2

MASSA

311 t

312 t

328 t

333 t

MODULO FINESTRE

2,075 m

2,075 m

2,075 m

2,075 m

CARRELLI MOTORI

N 1000  X  6

N 1000 X 6

Z 1040 X   6

Z 1040 X 6

CARRELLI PORTANTI

Np 1000 x 4

Np 1000 X 4

Zpm 1040 X 4

Zpm 1040 X  4

POT. ORARIA

2280 kW

2280 kW

3144 kW

3144 kW

POT. CONT.

1800 kW

1800 kW

2616 kW

2616 kW

TIPO E N° MOTORI

62RS100FS X 12

62RS100FS X 12

T165 X  12

T165 X  12

VELOC. MAX E IN SERVIZIO

(200?)  -   160 km/h

(200?)  -   160 km/h

(220?)  -  180 km/h

(220?)  -  180 km/h

POSTI 1^ CL.

160

190

190

114

POSTI 2^ CL.

,---,

,---,

,---,

224

POSTI RISTORANTE-BAR

48 (+ 8 + 4 sgabelli)

56 (+4 + 2 sgabelli)

56 (+4 +  2sgabelli)

,---,

POSTI BELVEDERE

11 (3 fissi e 8 girevoli)  X  2

11 (3 fissi e 8 girevoli)  X  2

11(3 fissi e 8 girevoli)  X  2

9 (fissi tipo bus)  X 2

ASSEGNAZIONE

D.L. FS ROMA S.L.

D.L. FS ROMA S.L.

D.L. FS ROMA S.L.

D.L. FS ANCONA